La mia amica speciale fra le montagne del Lagorai
Storia del mio incontro con una vecchia femmina di camoscio con un corno solo
Fuori è ancora buio, la Via Lattea illumina il cielo come fosse una strada da seguire nell’infinito. Chissà quanti desideri, quanti sogni sono stati nel tempo affidati a quell’infinità di stelle brillanti. Lo zaino è pronto, mancano ancora poche cose e si parte. Mi sembra di avere un appuntamento lassù, la vecchia femmina di camoscio è da un po’ che non si fa vedere, chissà, forse nel mese di giugno ha partorito ed ha preferito rimanere nascosta e protetta nel folto del bosco.
E’ un legame strano quello che ci unisce, i nostri sguardi si sono incrociati varie volte durante le mie escursioni, lei è sempre rimasta ferma immobile ad osservarmi con il suo fare sospettoso. Non ha mai avuto paura, si è sempre allontanata tranquillamente portando con sé anche i suoi cuccioli. Tutto pronto, si parte. Il sentiero è ripido, ora la luce del mattino penetra tra le fronde degli abeti, dei grandi faggi e dei larici. Chiudo gli occhi e percepisco l’aria fresca sulla pelle, sento il profumo inebriante del muschio e del terreno bagnati dal temporale della notte. Procedo piano, cercando di non far rumore, quasi in punta di piedi per non disturbare questo mondo naturale avvolto da un incantato silenzio. Passo dopo passo le mie preoccupazioni vengono abbandonate lungo il sentiero e mi sento leggera, la mia mente si svuota e nello stesso tempo si riempie di gioia e serenità.
Eccola, momenti unici e pieni di grande emozione
Mi avvicino alle prime rocce, dove il bosco lascia spazio ad una vegetazione più bassa, fatta di mughi, ginestre e rododendri. Il sole illumina la bianca roccia, che nella giornata tersa contrasta con il blu del cielo. Rimango immobile sull’orlo del burrone ed…eccola! La sua sagoma inconfondibile si scaglia contro il cielo. Non mi sembra vero, è proprio lei, è sdraiata tranquilla su una roccia sotto un vecchio larice rinsecchito. Il suo sguardo si perde nell’orizzonte, sopra tutto e tutti. Lei, l’anziana femmina di camoscio con un corno solo. Nonostante l’abbia incontrata varie volte non le ho dato un nome, non ci riesco. Sarebbe come se cercassi di catalogarla in un mondo che non è il suo. La sua vita è scandita dal susseguirsi delle stagioni, il suo ruolo di femmina anziana è dettato dalle leggi della natura, un nome le “andrebbe stretto”. E’ semplicemente la femmina anziana di camoscio con un corno solo.
Chissà cosa le è successo nella vita, sarà caduta da una roccia, sarà stata colpita da un masso o si sarà battuta con qualcuno per difendere se stessa o un suo cucciolo?
Con mia sorpresa e gioia oggi non è sola. Riparato da una roccia, poco distante da lei, riposa il suo piccolo nato in primavera. E’ tranquillo, protetto dalla sua mamma. Accanto a loro pascola il fratello ormai cresciuto nato l’anno scorso, ancora pochi mesi e per lui inizierà la vita autonoma staccandosi dal piccolo nucleo famigliare. Lei si gira e mi osserva, mi ha vista, ma non mi riconosce come un pericolo, rimane sulla sua croda che sovrasta la valle.
Piano, piano mi faccio scivolare sul pendio erboso e ritorno a nascondermi nel bosco, un ultimo sguardo alla famigliola di camosci e mi avvio sul sentiero. Raggiungo il bivacco posto sulla cima. Il panorama è mozzafiato, tutta la vallata si stende sotto i miei occhi. Il silenzio è talmente bello, nessun rumore, solo il canto degli uccelli e il ronzio delle api. Non sembra nemmeno possibile che a poche ore dal paese si possa raggiungere un mondo incontaminato, dove la natura è padrona, dove si possono osservare fiori ed animali nel loro habitat naturale.
Arrivederci amica mia, spero di ritrovarti presto
E’ sopraggiunta l’ora di rientrare a casa. Scendo lungo il sentiero con il cuore colmo di gioia per l’incontro fortunato. Mi giro un’ultima volta ad osservare il crinale dei camosci e cerco di individuare un punto che possa indicarmi che sono ancora là. E’ il loro territorio ed oggi mi hanno ospitata.
Spero con tutto il cuore di poterli incontrare nuovamente. Lo spero anche ora mentre scrivo, fuori scende la neve, avvolge tutto in un manto bianco. Loro saranno lassù nella tormenta, protetti dal bosco e dalle rocce impervie che costituiscono il loro mondo, la loro casa.